A Viareggio il 29 giugno: per la Giustizia
Quella maledetta notte, 29 giugno 2009: 32 vittime, bruciate vive, decine di feriti, di cui alcuni gravissimi, ustionati per tutta la vita. Martoriati dal disastro ferroviario, aggrediti dal fuoco nelle proprie abitazioni, ritenendole il posto più sicuro per la propria vita.
Un incidente sul lavoro trasformatosi in disastro che ha provocato una strage: di bambini, ragazze, uomini e donne, causata da una politica di abbandono della sicurezza, di violazioni e omissioni di norme che avrebbero mitigato la tragedia o, addirittura, evitata. Una politica infame che subordina la salute e la sicurezza alla logica del profitto e alle leggi di mercato.
Nei giorni precedenti, due treni merci avevano sviato in Toscana: a Pisa San Rossore il 6 giugno, a Vaiano (PO) il 22 giugno 2009. I treni gridavano allarme! I ferrovieri lo avevano denunciato…
Immediatamente si costituì ‘Assemblea 29 giugno’ di ferrovieri, lavoratori/trici, cittadini/e, affinché l’immane tragedia non fosse dimenticata, non rimanesse impunita, non avesse a ripetersi.
Con ‘Assemblea 29 giugno’ e l’Associazione dei familiari “Il Mondo che vorrei”, è iniziata una straordinaria mobilitazione, in movimento da 14 anni, sviluppatasi attraverso campagne e rivendicazioni: dalla ‘legge Viareggio’ alle dimissioni di Moretti, dal fatto che gli indagati fossero figure apicali delle società alla denuncia della prescrizione, dall’incontro di associazioni e comitati di stragi alla presenza attiva nelle aule giudiziarie.
Una mobilitazione, permanente e sistematica, che ha strappato risultati importanti ma che, come ogni lotta, ha pagato i suoi prezzi: lo stesso licenziamento di Riccardo Antonini con l’accusa, per l’azienda-Stato, di ‘essersi posto in evidente conflitto di interessi’, e con il reato, per la magistratura-Stato, di ‘aver violato l’obbligo di fedeltà’!
Negli anni si è sviluppata una mobilitazione che ha tenuto sul banco degli imputati, le figure apicali delle società coinvolte. Le stesse condanne, se pur miti, confermano le gravissime responsabilità di amministratori delegati, presidenti, manager, ecc. Un iter processuale infinito: dall’incidente probatorio al processo di primo grado di Lucca, dall’Appello di Firenze alla Corte di Cassazione di Roma, fino all’Appello bis di Firenze.
In ogni udienza è stata presente la denuncia dei familiari, di ferrovieri e cittadini, con foto, striscioni, volantini fuori dei tribunali, con le magliette dei volti dei propri cari sulle sedie nelle aule giudiziarie.
Ogni anno ricorre il ‘Mese della Memoria’ con iniziative sociali, ricreative, sportive; mese che precede e accompagna la marcia di migliaia di persone, in occasione dell’anniversario, fino al luogo del disastro.
Numerose città sono state attraversate dalla strage: con inviti di Comitati e Associazioni di familiari e cittadini di altre immani tragedie per la sicurezza, la salute, l’ambiente, salendo tre volte al Parlamento europeo. Intellettuali e artisti, di teatro, cinema, scrittura, pittura, poesia, ecc., ne sono rimasti colpiti e travolti dalla mobilitazione, mettendo a disposizione di questa battaglia esperienza, conoscenze e competenze.
Anche con il processo sono stati raggiunti risultati. Nei primi due gradi è stato riconosciuto l’incidente sul lavoro con condanne sino a nove anni. In Cassazione, su questo, vi è stato un incredibile ribaltamento: è vero, tanto più si allontana il territorio del fatto, tanto più emerge la forza e l’arroganza del potere. La IV Sezione della Corte di Cassazione (08.01.2021) ha escluso l’aggravante della violazione delle norme antinfortunistiche che hanno voluto dire la prescrizione del reato di ‘omicidio colposo plurimo’, l’esclusione come parti civili dei Rls e dei sindacati, di Medicina Democratica e di altre associazioni, e l’annullamento senza rinvio, perché il fatto non sussiste, delle società imputate in relazione all’illecito di cui all’art. 25 septies d.lgs 231/2001. Tutto ciò in contrasto con quanto sancito dal Tribunale di Lucca (31.01.17) e dalla Corte d’Appello di Firenze (20.06.2019) che avevano riconosciuto l’incidente sul lavoro.
I reati di ‘incendio colposo’ e ‘lesioni gravi e gravissime’ erano stati prescritti per decorrenza dei termini dalla sentenza di primo grado. Con l’Appello bis del 30 giugno 2022 sono state confermate, e ridotte, le condanne alle figure apicali delle società, con la cancellazione del profilo riguardante la velocità. Se il treno di Gpl avesse viaggiato in stazione a velocità ridotta, anziché a 93 km/h, le dimensioni della strage sarebbero ben altre.
La mobilitazione ha provveduto anche alle conseguenze dell’iter giudiziario rispetto alla cancellazione dei Rls e della loro condanna a spese legali e processuali di 80mila euro. Infatti, la campagna di solidarietà e sottoscrizione, nel giro di poche settimane, ha superato la abbondantemente la cifra addebitata.
In questi mesi sono avvenuti gravi incidenti nel trasporto merci, in particolare il 3 febbraio scorso, ancora a Viareggio. Un treno, come il 29 giugno 2009 con 14 cisterne di Gpl, ha preso fuoco causa l’apparato frenante; il treno, partito da Livorno, è stato bloccato in stazione dai macchinisti, che in attesa dei vigili del fuoco – che hanno poi spento l’incendio – hanno attivato un primo intervento con estintori. Una situazione gravissima che familiari e ferrovieri hanno immediatamente denunciato.
I macchinisti del trasporto merci sono in lotta da un anno e mezzo, con nove scioperi nazionali, per rivendicare condizioni di lavoro più umane e sicure.
A fianco dei familiari e dei ferrovieri in lotta!
‘Assemblea 29 giugno’, Viareggio (LU)
Pubblicato il 27 Giugno 2023