Electrolux, quel forno chiamato fabbrica
Quaranta gradi all’esterno, trentasette e mezzo in reparto: impossibile lavorare in queste condizioni. Da qui la decisione dei lavoratori e delle lavoratrici della sede di Forlì, insieme alla RLS della Fiom di fermare la produzione per autotutelare la propria salute e sicurezza.
Electrolux, ha denunciato la RLS, non attua interventi a tutela dei dipendenti né nel corso dei due turni (6-14 e 14-22), né permettendo pause aggiuntive, né mettendo a disposizione rinfrescatori.
Il “fermo in autotutela” è stato applicato senza il consenso aziendale, in ottemperanza ad una norma del Testo unico sulla sicurezza. Non si tratta infatti di uno sciopero, pertanto – secondo la giurisprudenza corrente – l’azienda è tenuta a pagare il salario durante tali forme di protesta in nome dell’autotutela.
“In Electrolux a Forlì – ha commentato Eliana Como, Portavoce nazionale dell’Area ‘Le Radici del Sindacato Cgil – gli operai e le operaie fermano la produzione: abbandonati dall’azienda con un caldo infernale hanno fatto ciò che è necessario fare per la sicurezza: fermare il lavoro. Anche questa è crisi climatica e va affrontata insieme al movimento per la giustizia ambientale – ha concluso Como – a partire dalle condizioni materiali di vita e di lavoro di chi paga le conseguenze più gravi di questo disastro”.
Pubblicato il 6 Agosto 2024