La lunga strada per rendere giustizia a Mattia

Il 13 gennaio a Treviso si è svolta la nona udienza del processo per la morte dell’operaio Battistetti nel 2021

Lunedì 13 gennaio si è svolta al Tribunale di Treviso la nona udienza del processo per la morte di Mattia Battistetti, il giovane di 23 anni morto schiacciato in un cantiere edile a Montebelluna nel 2021, investito da un carico di 15 quintali sganciatosi da una gru in movimento.

La famiglia Battistetti, che fin da subito ha intrapreso la sua dura battaglia per ottenere giustizia e denunciare le condizioni di lavoro in troppi cantieri, è stata sostenuta da numerosi attivisti, lavoratori, sindacati e associazioni, con l’attiva partecipazione dell’Area alternativa in CGIL ‘Le Radici del Sindacato’, sempre presente alle udienze in Tribunale.

In presidio davanti al tribunale, a margine dell’udienza di lunedì scorso, erano inoltre presenti delegazioni di lavoratori dell’Electrolux di Susegana, della Zoppas-Irca, della Silca di Vittorio Veneto, della Same di Treviglio e della Lamborghini di Sant’Agata Bolognese.

Sono sei gli imputati che devono rispondere, a vario titolo, di omicidio colposo, lesioni colpose gravissime e inosservanza delle norme sulla sicurezza. Hanno sfilato come testi, davanti alla giudice Alice Dal Molin, alcuni operai e dipendenti che hanno lavorato in quel cantiere assieme a Mattia, rispondendo alle domande del Pm Daniela Brunetti.

Nel corso dell’udienza, il perito nominato dalla famiglia di Mattia, l’ingegner Giovanni Maria Di Leva, ha presentato gli esiti della sua attesissima relazione: il tecnico ha evidenziato tra l’altro che il raggio d’azione della gru avrebbe interferito con l’area di transito dei lavoratori, mancando inoltre un’area di passaggio pedonale nel cantiere; non sarebbero state stabilite regole per la gestione del cantiere e, soprattutto, sarebbero risultate carenti le misure per impedire il rischio di caduta del materiale dall’alto. Tra i testi ammessi in udienza dalla Giudice anche un operatore dello Spisal che intervenne subito dopo la tragedia: in quell’occasione – è emerso – sarebbero state riscontrare diverse violazioni, successivamente ‘sanate’ dall’azienda con il pagamento di alcune sanzioni. Un’incredibile beffa, considerando la sterminata lista di violazioni che hanno accompagnato Mattia nelle ultime ore della sia vita e che si possono provare a riassumere, alla luce della relazione del perito di parte nominato della famiglia e dopo aver raccolto le varie testimonianze: il punto di scarico del materiale per il montaggio dei ponteggi non sarebbe stato adeguato; Mattia non sarebbe stato correttamente formato per la mansione che ricopriva; l’installazione della gru da cui è precipitato il carico sarebbe risultata irregolare, così come la sua manutenzione sarebbe risultata insufficiente (con carenti controlli sulla sua usura, manuale di utilizzo incompleto e usura dei cavi); il rischio di caduta dei carichi sospesi non sarebbe stato valutato nel Piano di Sicurezza e Coordinamento (PSC) dal responsabile dei lavori, a fronte, tra l’altro, dell’assenza di segnali acustici nel luogo del passaggio sotto i carichi sospesi; chi doveva esercitare le funzioni di controllo non avrebbe avuto i necessari requisiti, con gravi carenze anche nella segnaletica. Infine, il CCNL del Commercio applicato a Mattia non era adeguato alle lavorazioni che svolgeva.

Dal canto loro – lo segnaliamo per dovere di cronaca – i legali dell’azienda hanno opposto alla relazione del consulente tecnico errori di procedura per l’utilizzo di alcuni documenti, insistendo sulle responsabilità dei lavoratori impegnati in quel momento nel lavoro, tra i quali lo stesso Battistetti, segnalando la mancanza del caschetto protettivo.

L’udienza è stata aggiornata al prossimo 20 febbraio.

Pubblicato il 16 Gennaio 2025