Autonomia differenziata, la battaglia continua

Dichiarato ‘inammissibile’ il referendum dalla Consulta: un duro colpo per chi sperava di intervenire su un tema che tocca il cuore dell’unità dello Stato

La Corte Costituzionale ha recentemente dichiarato inammissibile il referendum sull’autonomia differenziata, suscitando grande delusione tra i comitati promotori e i milioni di cittadini che avevano sottoscritto per la consultazione popolare. La decisione rappresenta un duro colpo per chi sperava in uno strumento democratico per intervenire su un tema che tocca il cuore dell’unità dello Stato e della solidarietà tra le diverse regioni del paese.

La bocciatura arriva in un contesto già segnato dalle polemiche sulla cosiddetta ‘legge Calderoli’, che aveva introdotto un impianto normativo per l’autonomia differenziata, ma che è stato in parte smantellato dalla stessa Corte Costituzionale. Tuttavia, secondo i comitati promotori e numerose organizzazioni sociali, il rigetto del referendum non può segnare la fine della battaglia. Al contrario, si rende necessario un impegno ancora più forte, sia sul fronte istituzionale sia a livello sociale, per correggere e superare una norma che rischia di minare i principi fondamentali su cui si fonda la Repubblica.

Lotta in Parlamento e nella società

La battaglia per cancellare o modificare radicalmente la legge ‘Calderoli’ non si ferma. In Parlamento è essenziale che le forze politiche lavorino per una revisione che metta al centro l’unità del Paese, garantendo che il processo di autonomia non comprometta la solidarietà tra regioni ricche e povere. Come ricordano i promotori, il tema non riguarda solo la distribuzione delle competenze, ma tocca questioni cruciali come l’integrità del ruolo del Parlamento, la gestione sobria ed efficiente delle risorse pubbliche e il principio di equità fiscale.

La dimensione sociale è altrettanto rilevante. L’autonomia differenziata rischia di ampliare ulteriormente le disuguaglianze territoriali, mettendo in discussione la solidarietà nazionale. A essere in gioco non è solo la coesione territoriale, ma anche il concetto stesso di democrazia partecipativa. La mobilitazione popolare, che ha visto milioni di persone firmare per il referendum, dimostra la volontà dei cittadini di prendere parte attiva alle decisioni che riguardano il futuro del Paese.

Il ruolo delle organizzazioni di rappresentanza

Per le organizzazioni di rappresentanza, come la CGIL, questa è una sfida che non può essere ignorata. In gioco vi è la partecipazione democratica alla vita dello Stato, una questione che va ben oltre l’autonomia differenziata. La CGIL deve essere in prima linea per costruire un nuovo impegno politico e sociale, rafforzando il dialogo con le forze politiche che vogliono lavorare a un programma alternativo per il Paese.

Un programma che metta al centro il lavoro, la cittadinanza, e i valori di equità e solidarietà. Questi temi sono contenuti nei referendum che si prospettano all’orizzonte e su cui i cittadini saranno chiamati a esprimersi. Come Area ‘Le Radici del Sindacato’ CGIL, pensiamo sia stato giusto schierarsi sin dall’inizio con i Comitati promotori di cui abbiamo fatto parte. Pensiamo che adesso sia fondamentale mantenere alta l’attenzione su questa vicenda, senza alcuna remora, perché si tratta di una questione che riguarda direttamente la difesa della democrazia e del principio di uguaglianza.

Una battaglia per l’unità dello Stato e per la democrazia

L’inammissibilità del referendum non deve tradursi in un arretramento delle posizioni. Al contrario, è necessario rilanciare la mobilitazione su tutti i livelli. L’unità dello Stato, la solidarietà tra le regioni e la sobrietà nella gestione delle risorse pubbliche non sono negoziabili. Questo è un momento decisivo per tutte le forze sociali e politiche che credono che la democrazia non possa essere violata e che il futuro del Paese debba essere costruito sulla partecipazione e sulla giustizia sociale.

La battaglia contro l’autonomia differenziata e la legge ‘Calderoli’ rappresenta una questione di principio: salvaguardare l’idea di uno Stato che opera per il bene comune e non per gli interessi particolari di pochi. Ora più che mai, è necessario essere uniti e determinati per costruire un futuro che metta al centro i valori di uguaglianza, solidarietà e democrazia.

Adriano Sgrò

Pubblicato il 29 Gennaio 2025