Beppe Turudda, una vita per il lavoro e i diritti
Lo scorso 12 settembre ci ha lasciato, dopo una lunga malattia che non lo aveva allontanato dall’impegno sindacale e politico, all’età di 74 anni, Beppe Turudda. Un amico, che ricordo con la sua immancabile pipa in bocca (anche se non lo frequentavo più da molti anni, a causa dei nostri diversi impegni sindacali) nonché, soprattutto, una figura importante per la storia di quel percorso alternativo sempre vissuto nella Cgil; percorso che, nel corso degli anni, è riuscito, almeno in parte, a cambiarla profondamente, superando le componenti partitiche, valorizzando, pur nel costante impegno politico con la sinistra, i contenuti programmatici e di rapporto democratico con chi il sindacato deve, per propria natura, rappresentare.
Nato a Nuoro nel 1948, aveva abbandonato presto gli studi per cominciare a lavorare giovanissimo. Pur praticando anche il gioco del calcio ed esperienze musicali, aveva iniziato alcuni piccoli lavori; già all’inizio del ’68 aveva iniziato a partecipare alle lotte a Nuoro, alla battaglia per le 40 ore, come fattore essenziale per una riappropriazione della qualità della vita e della lotta per lo stato sociale. A 12 anni, il 2 maggio 1970, aveva iniziato a lavorare presso un fotografo.
In Sardegna – a detta sua – non si trovava male, ma le sue esperienze di lavoro, ed anche sportive e musicali, avevano fatto crescere in lui l’aspirazione a cercare nuovi orizzonti, ambienti nuovi e più vivaci, anche nell’aspirazione di partecipare alle lotte sociali per una migliore condizione di vita e di lavoro. Perciò aveva cominciato a sentire la Sardegna troppo stretta e aveva deciso di trasferirsi nel continente. Nel 1973 era a Padova, dove aveva trovato lavoro nel settore poligrafico ed aveva iniziato la sua lunghissima militanza nell’attività sindacale.
Il 16-17 novembre 1984 aveva partecipato ad Ariccia, presso la scuola sindacale della Cgil, alla fondazione della componente programmatica alternativa di Democrazia Consiliare, proseguendo poi, come responsabile dell’area per il Veneto, nelle successive esperienze, come Essere Sindacato e Alternativa Sindacale.
Dal 1997 al 2004 è stato Segretario regionale veneto della Cgil, come esponente della sinistra sindacale alternativa con i Segretari Generali Luciano De Gaspari, Cesare Damiano e Diego Gallo. Nel 2004 ha lasciato l’attività sindacale diretta per entrare, come rappresentante della Cgil nel Consiglio di Indirizzo e Vigilanza (CIV) dell’Inps e, subito dopo, in quello dell’Inail, fino al 2018.
Ha sempre svolto un’intensa e meritoria attività sulla questione della salute nel territorio padovano e veneto, nei settori metalmeccanico, edile e cartaio, ed in particolare per il gravissimo problema dell’amianto nella Officina Meccanica della Stanga, un’azienda padovana sorta nel 1920 ed operante prevalentemente nel settore delle costruzioni ferro-tranviarie, chiusa nel 2003. Ha svolto anche a livello nazionale un’intensa attività sul problema dell’amianto, illegale nel nostro Paese dal 1992, grazie alla legge 257, che si occupa non solo della dismissione delle attività inerenti all’estrazione e alla lavorazione dell’asbesto, ma anche la valutazione del rischio per i lavoratori esposti all’amianto, una delle sostanze più tossiche impiegate nell’industria, che provoca, anche dopo decenni, il mortale mesotelioma della pleura.
Ha promosso nel 2012 con l’Anmil (Associazione nazionale fra Lavoratori Mutilati e invalidi del lavoro) e con l’Università La Sapienza di Roma, la campagna “Asbestus free”, per combattere il rischio amianto, attraverso l’attivazione d’un servizio di sorveglianza sanitaria.
Ha anche collaborato dal 2016 con Assodipro (Associazione Solidarietà Diritto e Progresso) sorta nel 1991, alla creazione del Gruppo di lavoro dul problema amianto, radiazioni ionizzanti e uranio impoverito che si occupa del personale militare e civile esposto e vittima dell’amianto del Comparto Difesa e Sicurezza.
È stato un compagno generoso, dotato di una grande umanità e di un profondo spessore morale. Perciò la sua morte rappresenta una grave perdita non solo per la realtà sindacale e politica padovana e veneta, ma anche per l’intera Cgil e per la sua costante battaglia, oltremodo attuale, contro l’amianto e per la salute nei luoghi di lavoro e nel territorio.
Ciao Beppe, vivi nel nostro ricordo, che la terra ti sia leggera!
Giancarlo Saccoman
Pubblicato il 27 Settembre 2022