Cgil al cambio di passo: per necessità!
Alla fine del Congresso restano i documenti approvati e la sintesi di un lungo dibattito che si è forse stavolta prolungato per un tempo eccessivo.
La maggioranza della Cgil ha conseguito un risultato ampio e la dialettica che col Documento “Le radici del sindacato” abbiamo consegnato durante le fasi congressuali ha comunque ottenuto riscontro da parte di migliaia di iscritte ed iscritti.
I temi su cui insistere, con l’impegno e la mobilitazione, sono oramai tutti delineati: pace, salari, occupazione, lotta alla precarietà, riconversione dei cicli produttivi e delle mansioni, sanità e scuola.
Come ribaltare il quadro della situazione inedita attuale appare evidente. Anche in considerazione del grande tema che ha interessato tutto il Congresso, e cioè la partecipazione democratica alla vita del paese; il nodo da sciogliere riguarda la capacità di mobilitazione che saremo in grado di agire di fronte e a questo Governo.
La presenza della Meloni al nostro Congresso a Rimini, inedita e alquanto incomprensibile sul piano simbolico, non può tranquillizzarci. Il mix di corporativismo e ossequiosa subordinazione al quadro liberista, anche internazionale – sciorinato dal presidente del consiglio – appare stringente.
Per riconquistarci un ruolo, per tentare di avanzare le nostre piattaforme, per recuperare una vera adesione al sindacato, occorrerà passare da una progressiva e continuata ripresa delle mobilitazioni.
Siamo ad una svolta: le ricette espunte dal quadro politico attuale (defiscalizzazione degli aumenti salariali o cogestione delle imprese, per citarne solo alcune della discussione proposta da Maurizio Landini) non sono né funzionali alla causa e, forse, nemmeno conciliabili coi reali bisogni del nostro paese.
Per dare speranze al paese, anche riguardo al ciclo economico, bisogna puntare alla pace tra i popoli e a rilanciare i salari e l’occupazione.
Adriano Sgrò
Coordinatore nazionale di ‘Democrazia e Lavoro’ CGIL
Pubblicato il 20 Marzo 2023