Ex GKN: “E’ nata la fabbrica pubblica”
L’assemblea dei lavoratori ex GKN, oggi QF ha recentemente approvato il documento sulla terza fase di mobilitazione: “Ci dichiariamo fabbrica pubblica – si legge – socialmente integrata, difesa dal territorio, a disposizione del territorio. Lo stabilimento è agibile a chiunque sia realmente interessato alla sua ripartenza. Chi ha parlato di ‘un altro passo avanti’ relativamente all’ultimo Mise non si sa con che coraggio pronunci tali parole. Non è stato presentato il piano industriale, ma un modulo per accedere a finanziamenti pubblici. Non c’è ancora un accordo di sviluppo, ma una richiesta tutta da verificare. Siamo ancora dentro il gioco dei rinvii”.
“Il piano di Qf – spiegano i lavoratori – come minimo è ad oggi insufficiente: una fabbrica contoterzista di 340 dipendenti nel 2026. Il che equivale a un saldo negativo di 80 unità rispetto ai 420 iniziali: 80 licenziamenti silenziosi. E equivale anche a una violazione dell’accordo quadro dove era stabilito un saldo occupazionale minimo di 370 dipendenti. Qf non ha oggi alcuna capacità industriale. Non possiede volumi produttivi, marchi, brevetti”.
Il progetto di Borgomeo, oggi, senza soldi pubblici non sta in piedi. Di fatto ci troviamo davanti a una seminazionalizzazione di fatto, osserva l’Assemblea: “Su 50 milioni di euro di investimenti prospettati da Qf (che all’inizio erano 100 poi diventarono 82 e ora 50), 35 mln sarebbero pubblici sotto varie forme. Pubblica poi è la cassa integrazione che per quasi 6 anni dovrà sostenere lo stabilimento nelle varie fasi. Pubblici i corsi di formazione, pubblici magari gli sgravi fiscali per le opere civili”.
Nei fatti, “siamo ai licenziamenti per logoramento, alla delocalizzazione dolce e alla socializzazione dei costi della fuga di Gkn e dell’azione successiva di Qf”.
Per questo l’Assemblea Permanente e il Collettivo di Fabbrica hanno dato mandato alla RSU e al Comitato Organizzativo di sviluppare le seguenti proposte a sostegno della reindustrializzazione:
“- Verificare tutte le possibilità di costituirsi in soggettività giuridica attraverso forme di cooperativismo e azionariato popolare, ai fini di accedere completamente alla struttura societaria. Va messo in campo subito un piano B, perchè non è possibile attendere passivi il piano di QF;
– Iniziare il processo di riorganizzazione di tutto il presidio e di tutte le competenze solidali. Abbiamo bisogno di un comitato tecnico scientifico, di un team contabile, di un team legale. Tutte le competenze solidali convergano in fabbrica per insorgere. Iniziamo la discussione per la costruzione di una società di mutuo soccorso operaio.
– Gli spazi della fabbrica saranno messi immediatamente a disposizione di ogni realtà pubblica, di ogni competenza solidale che voglia e possa contribuire alla sua ripartenza. E saranno naturalmente a disposizione delle esigenze e delle proposte del territorio, a partire naturalmente dalle famiglie Gkn.
– Dichiarare aperto, al centro dell’officina, il tavolo permanente per il recupero, la ripartenza e la reindustrializzazione della fabbrica.
– Redigere un appello per domenica 9 ottobre, per una grande giornata della fabbrica socialmente integrata, e per una assemblea nazionale delle aziende recuperate, delle reindustrializzazioni, per il polo pubblico della mobilità sostenibile”.
Per sostenere questo passaggio, i lavoratori hanno partecipato al global strike del 23 settembre e aderiranno alle manifestazioni di Bologna del 22 ottobre e di Napoli di novembre; hanno inoltre indetto due giornate “campali” in fabbrica: la prima si è svolta mercoledì 21 settembre mentre la seconda è programmata per domenica 9 ottobre.
“Ci siamo sempre chiesti – hanno concluso i lavoratori ex GKN nel loro documento – se saremmo stati cronaca o storia. Poi è arrivata la fase del logoramento, della resistenza, ma siamo ancora qua e siamo in piedi. Ora arriva la fase della costruzione, del salto di qualità, dello spiccare il volo”.
Pubblicato il 27 Settembre 2022