Mafia e ingiustizia: gli ideali di Peppino non moriranno mai
Le iniziative de ‘Le Radici del sindacato’ a Cinisi si sono aperte con un confronto sulla lotta al crimine. Adriano Sgrò: “Non si tratta soltanto di omaggiare i tanti sindacalisti uccisi dalla mafia, ma di rendere circolare e trasversale l’impegno civile di contrasto alla criminalità organizzata”
Il convegno tenutosi a Cinisi il 7 maggio 2024, in occasione delle commemorazioni di Peppino Impastato, ha rappresentato un momento cruciale di riflessione sulle infiltrazioni mafiose nella pubblica amministrazione e nel tessuto sociale. L’evento ha riunito esperti, attivisti e cittadini per analizzare le sfide attuali e rinnovare l’impegno nella lotta contro il crimine organizzato.
Abbiamo previsto come Area ‘Le Radici del Sindacato’ Cgil un dibattito su questi argomenti poiché sin dalla costituzione delle ultime nostre esperienze abbiamo ritenuto fondativo un posizionamento netto per la lotta alle mafie e alla criminalità organizzata nel nostro paese.
Si è sempre trattato non soltanto di rendere omaggio e far rivivere la memoria dei tanti sindacalisti uccisi dalla mafia nel dopoguerra, ma di rendere quanto mai più circolare e trasversale questo impegno civile di contrasto alla criminalità organizzata.
La mafia danneggia il lavoro e danneggia l’economia e di questo abbiamo cercato di parlare anche il 7 maggio, nella sessione di dibattiti che ha aperto la “tre giorni” dei nostri lavori: i primi due dedicati a convegni sulla giustizia e sul dramma in atto in Palestina; il terzo alla partecipazione alle manifestazioni in ricordo di Peppino Impastato.
La giornata del 7 è stata aperta da Giovanni Impastato, che ha condiviso con commozione l’eredità di Peppino e l’importanza della Casa Memoria nel promuovere l’educazione e la formazione contro le mafie. Con il suo intervento ha sottolineato quanto sia fondamentale il coinvolgimento dei giovani nella costruzione di una società basata sui valori della legalità e della giustizia.
Le testimonianze degli intervenuti hanno gettato luce su diverse sfaccettature della lotta al crimine organizzato. David Gentili, del Comitato Antimafia di Milano, si è soffermato sulla presenza diffusa delle mafie nella gestione della cosa pubblica e negli appalti, che mette in discussione l’integrità delle istituzioni e la fiducia dei cittadini nei confronti dello Stato.
Giovanni Pistorio e Katiuscia Calabretta della Fillea Cgil hanno denunciato il riciclaggio di denaro mafioso attraverso attività imprenditoriali e il fenomeno del caporalato nel settore delle costruzioni. Queste pratiche non soltanto danneggiano l’economia legale, ma mettono anche a rischio la sicurezza e i diritti dei lavoratori: è dunque particolarmente importante una stretta collaborazione tra sindacati, istituzioni e società civile per contrastare efficacemente questa piaga sociale.
Francesco Petruzzella, informatico del Tribunale di Palermo, ha illustrato le sfide delle indagini contro le cosche, evidenziando l’importanza dell’impegno dei magistrati nonostante le carenze di organico e di risorse tecnologiche. La sua testimonianza ha messo in luce la necessità di investire in formazione e tecnologia, per garantire un’azione efficace contro il crimine organizzato.
Infine, Alessio Festì, responsabile del Dipartimento Legalità della CGIL Nazionale, ha tratteggiato un quadro allarmante a proposito delle continue minacce alla magistratura e dell’indebolimento delle tecniche giudiziarie nel contrasto alle mafie. Il suo intervento ha evidenziato l’importanza di difendere l’indipendenza della magistratura e di promuovere una cultura della legalità e della responsabilità civica.
Il ricordo di Peppino, ha evidenziato Luisa Impastato, continua a permeare ogni iniziativa. Luisa ha sottolineato l’importanza dell’impegno costante e coraggioso nella lotta alle mafie, anche al fine di ispirare una generazione di cittadini e attivisti determinati a costruire un futuro migliore per le prossime generazioni.
In conclusione, anche Alfio Mannino, segretario generale della Cgil Sicilia, ha evidenziato la necessità di un impegno congiunto da parte di istituzioni, organizzazioni sindacali e cittadini per contrastare efficacemente le infiltrazioni mafiose nella società e per promuovere valori di legalità, giustizia e solidarietà. Solo attraverso una collaborazione stretta e un impegno costante sarà possibile sconfiggere definitivamente il fenomeno della criminalità organizzata e costruire un’Italia libera e democratica per tutti.
Nei miei ringraziamenti finali ai presenti ho espresso soddisfazione per la riuscita del dibattito, convinto ancora di più che occorra superare ogni difficoltà per riproporre anche in futuro iniziative di questo respiro. Che diano fiducia ad una comunità di compagne e di compagni che hanno voglia di lottare con gli stessi ideali di Peppino Impastato.
Adriano Sgrò
Pubblicato il 26 Maggio 2024