Non Autosufficienza: la riforma è al palo
Ad un anno di distanza dalla legge 33, il Decreto “attuativo” del marzo 2024 non attua un bel niente
Dopo decenni d’attesa la riforma dell’assistenza agli anziani non autosufficienti era stata introdotta nel nostro Paese lo scorso anno (marzo 2023) con la Legge Delega n. 33. Una legge che riguarda oltre 14 milioni di italiani over 65 e, più specificatamente, 2,7 milioni di over 75 che presentano gravi difficoltà motorie e compromissioni dell’autonomia.
Da allora abbiamo dovuto aspettare esattamente un anno, il 15 marzo 2024, per il decreto attuativo.
Ma cosa diceva la legge delega n. 33 dello scorso anno? Già non prometteva bene dal titolo generico (“Deleghe al Governo in materia di politiche in favore delle persone anziane”) che non citava nemmeno il termine “non autosufficienza” e, non a caso, la parola malato. E a parte una serie di enunciazioni di principio, emergevano le gravi criticità, che abbiamo già evidenziato in un precedente articolo (“Legge per la non autosufficienza: 10 motivi per dire che non va”, ‘Progetto Lavoro’ n. 18/2023, 24/10/2023).
In sintesi, la governance veniva affidata al solito carrozzone interministeriale (CIPA) con l’istituzione di un doppio sistema: da un lato lo SNAA (Sistema Nazionale per la popolazione anziana non autosufficiente) dall’altro il Servizio Sanitario Nazionale. Quindi, invece di attribuire al SSN pubblico le competenze sull’autosufficienza, veniva creato un vero e proprio sistema parallelo con tutti i problemi connessi ad una complicata integrazione con i servizi già esistenti. Un sistema, com’è intuibile, più facilmente permeabile all’iniziativa privata.
Non a caso, già sulla base del ddl che anticipava la legge 33, come area Radici del Sindacato, nel febbraio 2023 presentammo al Congresso SPI CGIL un odg di contrasto indicando le criticità: non erano previste ulteriori risorse; gli anziani non autosufficienti venivano esclusi dal SSN ed “emarginati” nel nuovo contenitore dello SNAA; veniva attaccato il diritto all’indennità di accompagnamento; mancava un impegno strategico per potenziare l’offerta di supporti domiciliari per gli anziani non autosufficienti; non erano previsti nei LEA assegni per le cure domiciliari.
Ora, ad un anno di distanza, il tanto atteso decreto attuativo (Decreto n.29 del 15 marzo 2024 “Disposizioni in materia di politiche in favore degli anziani”) semmai peggiora la situazione, rinviando quasi tutte le decisioni ad una serie imbarazzante di ulteriori 19 (!) decreti e linee guida (8 per le politiche per la non autosufficienza e 11 per l’invecchiamento attivo), alcuni dei quali sono ulteriormente rinviati al 2025 o addirittura a data da destinarsi!
Viene confermato lo SNAA, preposto al ruolo di integrazione tra assistenza sociale, sanità, INPS, Stato ed enti locali, che non riuscirà ad assolvere adeguatamente al suo compito senza il pieno coinvolgimento del SSN: senza di esso il sistema non può funzionare.
Ma il Decreto Attuativo n 29 semmai porta delle modifiche peggiorative rispetto alla legge delega iniziale. Vediamo.
La valutazione multidimensionale
L’intenzione era di unificare 5-6 sistemi diversi di valutazione della non autosufficienza, per ridurli solo a due: uno per i benefici statali e uno per i servizi locali regionali. Ottimo proposito, peccato che anche qui le decisioni sostanziali sono rinviate ad un ulteriore decreto.
Assistenza domiciliare
La legge delega 33/2023 prevedeva il superamento del modello delle ASS (ADI) e quello dei comuni (SAD) ma nel Decreto Attuativo il un nuovo modello di domiciliarità non si ritrova più, è stato cancellato. Si parla solo genericamente di “coordinamento” tra intervento sociali e sanitari. La legge delega ipotizzava addirittura un numero di ore settimanali calibrate sul livello di non autosufficienza, ma di questo non v’è traccia.
Sostegno economico
La legge delega ipotizzava la riforma dell’indennità di accompagnamento, ma nel decreto attuativo un obiettivo così ambizioso si è ridotto ad un intervento temporaneo per il biennio 2025-26, con l’aggiunta di 850 euro solo per le persone con ISEE inferiore a 6000 euro (meno di 30.000 sui 1,5 milioni fruitori di indennità di accompagnamento). Scompaiono l’universalismo di accesso, la graduazione degli importi, il sostegno dell’appropriatezza con importo maggiorato per i servizi. Nessun finanziamento per il 2024 e per il biennio 2025-26 si prendono le risorse (250 milioni annui) dal fondo per le non autosufficienze, dal fondo lotta alla povertà e dal PNRR. Permane quindi la confusione tra le politiche di cura per i non autosufficienti con quelle contro la povertà.
Residenzialità
Era la voce che conteneva alcune significative indicazioni nella legge delega, soprattutto per l’implementazione del personale. Anche su questo punto il Decreto Attuativo si limita a rinviare questo importante aspetto ad un ulteriore decreto attuativo!
Le assistenti domiciliari private
Sulle badanti la legge delega 33 prevedeva agevolazioni fiscali (deduzioni e detrazioni) per un minimo aiuto economico alle famiglie. Addirittura erano previsti corsi formativi e registri regionali delle badanti. Invece il decreto legislativo 29 partorisce il topolino di una ricognizione per il riordino delle agevolazioni fiscali e contributive. Quindi il riordino è in alto mare e di sgravi fiscali e formazione non c’è traccia.
In conclusione, il Decreto Attuativo n 29 del marzo scorso è peggiorativo della già cattiva Legge delega del 2023. Manca l’integrazione, ma mancano anche le risorse economiche e non viene implementato il personale. Le politiche di cura vengono ridotte solo a provvedimenti per le fasce estremamente povere degli anziani non autosufficienti.
I contenuti dell’odg che presentammo come area “Le Radici del Sindacato” al Congresso Nazionale un anno e mezzo fa restano più che mai validi e così le ragioni di contrasto ad un Decreto Attuativo che non attua un bel niente, rimanda ulteriori decisioni e linee guida, e riduce le risorse destinate ad un adeguato intervento per la non autosufficienza.
Rossana Aluigi e Pierpaolo Brovedani
Gruppo di Lavoro Sociosanitario SPI CGIL area ‘Le Radici del Sindacato’
Pubblicato il 17 Dicembre 2024