Nuovo codice degli appalti: “La Cgil deve alzare la voce”
La denuncia dell’Area ‘Le Radici del Sindacato’ siciliana e catanese
Il titolo del nostro ultimo congresso era: “Il lavoro crea il futuro”. Con il nuovo codice degli appalti, varato nel corso del 2023, sono stati innescati dei meccanismi che invece di tutelare il futuro dei lavoratori addetti lo compromettono totalmente. Le nuove regole mettono infatti lavoratrici e lavoratori in balia delle aziende appaltatrici, peggiorando drammaticamente le loro condizioni di vita complessiva.
Un esempio concreto è dato dal rinnovo dell’appalto del servizio pasti e mense degli ospedali Policlinico e San Marco di Catania.
Il bando di gara emesso a gennaio, secondo le nuove regole, infatti prevede il diritto di prelazione dato alla ditta assegnataria della gara. Ciò significa che la stazione appaltante potrà affidare allo stesso operatore economico sia la progettazione esecutiva che l’esecuzione dei lavori: che cosa comporta nel caso che abbiamo preso in esame? Un nuovo progetto industriale che diminuisce le ore di lavoro settimanale individuale, portandole dalle attuali 30 a 9/11. Il danno per i 90 lavoratori addetti è enorme, mentre per l’azienda il guadagno è oltre misura. Come può vivere una vita dignitosa un lavoratore che ha pagate solo 9/11 ore a settimana? Eppure il diritto di prelazione dà alla ditta uscente il potere di mettere, nel nostro caso, sul lastrico 90 famiglie; magari compensando le ore di lavoro, che inevitabilmente mancano, con l’assunzione di ulteriori 40 risorse, con contratti a minor costo. Così il bilancio di tutta l’operazione orchestrata a Catania pende in favore dell’azienda, che senza dubbio riduce i suoi costi, mentre il servizio per gli utenti/degenti viene svolto in maniera peggiorativa. Perché con meno ore saltano diversi ruoli e svariate mansioni necessarie. Nel contempo, le/i 90 lavoratrici e lavoratori senior, con le loro famiglie, cadrebbero in povertà assoluta. Come far fronte ai mutui, alle utenze, alle esigenze scolastiche dei figli con appena 9 ore retribuite a settimana?
A quanto già detto, aggiungiamo inoltre alcune valutazioni. Il nuovo codice degli appalti potrebbe innescare un meccanismo perverso e distorsivo che vanificherebbe la stessa gara di appalto. Nel momento in cui, a gara conclusa, venisse presentato un ricorso (ed è facile pensare che le ditte partecipanti potrebbero escogitare di mettersi d’accordo presentando l’eventuale ricorso, a turno, nei diversi istituti pubblici dove prestano la loro opera: della serie, “fatta la legge, trovato l’inganno…”), le nuove norme darebbero la possibilità al committente di assegnare l’appalto alla ditta uscente, in barba al bando di gara già effettuato. La ditta uscente potrebbe quindi essere assegnataria di gara sempre, cioè in totale continuità, con un prevedibile scambio di favori/ricorsi che le varie ditte uscenti potrebbero “ad arte” innescare.
Avevamo allertato la nostra Organizzazione sui pericoli in danno ai lavoratori che il nuovo codice degli appalti avrebbe introdotto. Non siamo stati ascoltati. Oggi tocca alla Segreteria provinciale catanese della Filcams, insieme alle lavoratrici ed ai lavoratori del Policlinico e del San Marco, che già dal 16 di gennaio sono in stato di agitazione, sostenere la lotta non soltanto per la salvaguardia del posto di lavoro, ma soprattutto per affermare la dignità della vita di tutti gli addetti, il loro diritto al lavoro ed alla giusta retribuzione e contribuzione, fino ad un’equa pensione.
Per questo chiamiamo l’Organizzazione a rivedere la sua posizione su questo tema, così vitale per migliaia e migliaia di lavoratrici e lavoratori delle società che lavorano in appalto. Noi siamo al loro fianco e sosterremo la loro lotta con la nostra presenza e la nostra determinazione.
Saverio Cipriano e Tiziana Scandura
Coordinatori Area ‘Le Radici del Sindacato’ CGIL Sicilia e Catania
Pubblicato il 23 Febbraio 2024