Quale Cgil dopo Rimini: ruolo politico e lotte sociali
Il Congresso della Cgil appena conclusosi a Rimini ha consegnato una linea politica che, tra necessità organizzative e bisogni politico-sindacali, supera lo stesso dibattito sui documenti.
Di fronte alla negazione della centralità del confronto tra governo e sindacati appare necessario che la Cgil assuma una forte ripresa delle lotte.
Il ruolo di una forza sociale che voglia interpretare una delle forme più acute e violente del conflitto tra capitale e lavoro può generare una giusta ripresa attraverso un piano di rivendicazioni, unito ad un nuovo ciclo di lotte del mondo del lavoro e dei pensionati.
Da questo versante passa altresì la necessaria ripresa di una rinnovata partecipazione democratica alla vita politica e sociale nel paese.
Non è possibile tergiversare di fronte al chiaro arretramento della partecipazione al voto che le recenti consultazioni elettorali ci hanno consegnato e non possiamo nemmeno più sottovalutare la reiterata crisi del dato associativo che sta facendo arretrare il quadro sindacale italiano ed internazionale.
Di fronte a queste evenienze – per una forza sindacale come la nostra, che ha con coraggio sostenuto con un Documento alternativo una dialettica congressuale su temi centrali come il recupero dei valori politici del movimento sindacale e la rinascita di un piano progressivo delle mobilitazioni – il passaggio è molto importante circa le scelte di un nuovo modello di azione all’interno della Cgil tutta.
Nel rilanciare il contenuto programmatici e politici del documento alternativo congressuale, occorre una scelta radicale ed al tempo stesso costruttiva.
La radicalità dell’impegno delle migliaia di delegate e delegati che hanno sostenuto e votato il documento “Le Radici del sindacato – senza lotte non c’è futuro” deve coniugarsi con l’assunzione di un impegno votato al rilancio del nostro dato associativo e della partecipazione.
Dobbiamo spingere a spostare il baricentro dell’iniziativa sindacale verso il territorio, i luoghi di lavoro e là dove intollerabili appaiono le ingiustizie. Senza rinunciare al nostro ruolo di spinta per il cambio della linea politica attuale del sindacato in ogni luogo di discussione e decisione della Cgil.
Dobbiamo rifuggire dal rischio di un isolamento della nostra forza e organizzare, seppure in provvisoria minoranza, un’azione di grande responsabilità per la ripresa delle lotte sociali e politiche. La nostra forza è anche la forza della Cgil.
Di questo hanno bisogno le tante domande di tutela che abbiamo incrociato in questi anni e tutte quelle che ancora non riusciamo ad individuare in termini di organizzazione e rappresentanza.
Adriano Sgrò
Coordinatore nazionale ‘Democrazia e Lavoro’ CGIL
Pubblicato il 5 Aprile 2023