Referendum: un segnale chiaro, ma la strada è ancora lunga

Si è chiusa la consultazione promossa da FP, UILPA e USB PI contro l’ipotesi di CCNL 2022-2024

Si è chiusa la consultazione referendaria promossa da FP CGIL, UIL PA e USB PI contro l’ipotesi di Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) 2022-2024, firmata lo scorso 6 novembre all’Aran da alcune sigle sindacali. L’iniziativa ha coinvolto circa 40.000 lavoratori e lavoratrici, che hanno espresso la loro opinione attraverso il voto online, accompagnata da un’intensa campagna di ascolto e consultazione nei luoghi di lavoro.

Un risultato che invita a riflettere

Dai primi dati elaborati emerge che il 98% dei partecipanti ha respinto l’ipotesi di contratto, considerandolo insoddisfacente soprattutto sul piano economico. La consultazione ha evidenziato un malcontento diffuso legato agli attuali livelli retributivi, insufficienti a garantire una vita dignitosa alla maggior parte dei dipendenti pubblici. Tuttavia, pur rappresentando un dato significativo, il risultato del referendum non deve essere visto come un punto di arrivo: serve ora ampliare ulteriormente il coinvolgimento dei lavoratori, anche di coloro che non hanno partecipato a questa fase, per costruire una mobilitazione ancora più inclusiva e incisiva.

Partecipazione significativa, ma non totale

I numeri di alcune amministrazioni sono indicativi di una partecipazione rilevante: Agenzia delle Entrate (6.500 votanti), Ministero della Giustizia (5.400), INPS (5.200), Ministero della Cultura (3.000) e Ministero dell’Interno (2.400), tra le altre. Tuttavia, questi dati suggeriscono anche la necessità di recuperare i molti lavoratori che, per motivi tecnici o altre difficoltà, non hanno potuto esprimersi. Per garantire una partecipazione più ampia in futuro sarà fondamentale intervenire su quei limiti strutturali che hanno ostacolato una piena adesione.

Ostacoli tecnici e tensioni sindacali

La fase organizzativa del voto ha evidenziato criticità, soprattutto nelle amministrazioni in cui problemi tecnici hanno rallentato l’accesso alla piattaforma online. Tali difficoltà, legate spesso all’esternalizzazione dei sistemi informatici, hanno confermato l’urgenza di restituire autonomia operativa alla Pubblica Amministrazione. Inoltre, la consultazione è stata accompagnata da un clima di tensione, con una campagna di delegittimazione da parte dei sindacati firmatari della pre-intesa, che ha contribuito a polarizzare ulteriormente il dibattito.

Necessità di rilanciare la mobilitazione

Nonostante il risultato del referendum rappresenti un segnale importante, la sfida principale è ora quella di trasformare questo malcontento in azioni concrete per migliorare il CCNL 2022-2024. Per raggiungere questo obiettivo, sarà indispensabile intensificare la pressione sulle controparti e sul governo, chiedendo risorse aggiuntive per superare l’incremento retributivo del 5,78% previsto dall’attuale proposta.

È altrettanto cruciale coinvolgere nuovamente tutti i lavoratori e le lavoratrici, costruendo un percorso di mobilitazione che li riporti al centro delle decisioni. In quest’ottica, un nuovo sciopero della categoria nelle prossime settimane potrebbe rappresentare un passaggio necessario per sottolineare l’urgenza di una svolta nelle trattative.

Un’occasione di crescita democratica

La consultazione referendaria, pur con i suoi limiti, ha rappresentato un momento di democrazia sindacale significativo nel pubblico impiego. Il coinvolgimento di migliaia di lavoratori dimostra che esiste una forte volontà di partecipare e di esprimersi sui temi che incidono direttamente sulle loro condizioni di lavoro.

Il risultato del referendum non è soltanto un segnale di insoddisfazione verso l’ipotesi di contratto, ma anche un invito a tutti gli attori in gioco – sindacati, amministrazioni e governo – a lavorare per soluzioni condivise e sostenibili. Rafforzare il dialogo con i lavoratori e ampliare la partecipazione sarà essenziale per portare avanti una vertenza che possa davvero rispondere alle esigenze della categoria.

Adriano Sgrò

Pubblicato il 16 Gennaio 2025